Le parole di Papa Francesco,

«Questo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura. Nel dialogo sinodale, in questa bella “marcia nello Spirito Santo” che compiamo insieme come Popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che «si fa colloquio» (Lett. enc. Ecclesiam suam, n. 67). Una Chiesa “dal giogo dolce” (cfr Mt 11,30), che non impone pesi e che a tutti ripete: “Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi!”.  La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti!»

pronunciate il giorno di San Francesco d’Assisi – Mercoledì, 4 ottobre 2023[1], suggeriscono un concetto teilhardiano «Cristo come Omega, “Attrattore” dell’evoluzione convergente[2]

Teilhard apre così il dialogo della teologia con la scienza con la domanda: la conoscenza del cosmo e dei suoi processi rendono possibile le risposte che da sempre l’umanità si pone sul nostro destino? Questo Universo con tutta la sua complessità, la vita, la coscienza e l’autocoscienza è puramente casuale o è possibile vederne una finalità?

«…Questo Cristo-Universale è quello che ci presentano i Vangeli e più precisamente San Paolo e San Giovanni. É quello del quale hanno vissuto i grandi mistici. Non sempre è quello di cui la Teologia si è occupata di più. …Di fronte all’immensità concreta che si svela così alla nostra generazione, gli uni (non credenti) abbandonano Cristo a priori perché sovente si presenta di Lui una Figura notevolmente assai più piccola del Mondo. Gli altri (molti tra i credenti) meglio istruiti, si sentono comunque interiormente alle prese con una lotta mortale. Chi sarà il più grande al loro cospetto, e dunque degno di essere adorato? Cristo o l’Universo? Quest’ultimo cresce smisuratamente senza posa. Bisogna assolutamente che l’Altro sia posto ufficialmente, esplicitamente, al di sopra di ogni misura. …Un Cristo ridotto, quale ci è stato presentato a scuola, esplode sotto questo continuo afflusso di essere che la Scienza fa sorgere; in compenso si scopre e si impone il grande Cristo della Tradizione e della Mistica. Ed è verso quest’ultimo che bisogna andare. …Perché Cristo sia veramente universale, bisogna che la Redenzione, e dunque la Caduta, si estenda a tutto l’Universo. Il peccato originale assume di conseguenza una natura cosmica, che la Tradizione gli ha sempre riconosciuto, ma che, in seguito alle nuove dimensioni riscontrate all’Universo, ci obbliga a correggere profondamente la rappresentazione storica e la modalità di trasmissione (troppo puramente giuridica) che generalmente gli attribuiamo».[3]

Le intuizioni di Teilhard collocano l’umanità in un Universo autocosciente che si sviluppa nella creazione in forme sempre più complesse in cui l’umanità è chiamata a diventare pienamente umana, espressione di un aspetto dell’energia divina (amorizzazione) che evolve nell’Universo autocosciente e spirituale.

L’evoluzione sociale, culturale e spirituale dell’umanità prosegue secondo il principio generale di complessificazione e secondo la legge di complessità-coscienza. Così stando le cose, essa dovrebbe raggiungere (salvo esiti diversi dovuti alla libertà dell’uomo) un punto di massima unità e coesione, il Punto Omega. A questa meta l’umanità è attratta (così come tutta l’evoluzione, sin dal suo inizio) da Omega-Dio. In base alla Scrittura, TdC proclama che Omega è il Cristo. Al raggiungimento del Punto Omega, la Noosfera termina il suo processo di centrazione ed acquisisce un proprio “Centro”. L’umanità varca così la soglia della terza riflessione.[4]

Dopo la fase evolutiva cosmica e dopo l’emergenza di quella umana, la visione del mondo è illuminata dall’incontro tra la dimensione totale del Cristo e l’Universo convergente. L’Universo cristificato diventa in tal modo l’Ambiente Divino. È l’esperienza finale di Teilhard.[5]

Le parole di Papa Francesco e i concetti introdotti da Teilhard ci interrogano anche su come i cattolici, i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà sono allo stesso tempo “attratti” e strumenti (la Chiesa è qui per voi!”.  La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti![6]) di questo processo attrattivo verso il punto Omega. Siamo quindi un popolo sacerdotale[7] che può essere partecipe di quel processo evolutivo e attrattivo verso il Cristo.

 

 

Sitografia

https://www.biosferanoosfera.it/it/

https://www.biosferanoosfera.it/uploads/files/a554266d2307ad4a7f0bc7608de5ba04451dd917.pdf

https://www.biosferanoosfera.it/uploads/files/4f6a50e7f4ee966728ec0ce59a7856564c66bf94.pdf

https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html

https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20231004-omelia-nuovi-cardinali.html

https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html

Note

[1]Cfr.  https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20231004-omelia-nuovi-cardinali.html

[2] Cfr.

https://www.biosferanoosfera.it/uploads/files/a554266d2307ad4a7f0bc7608de5ba04451dd917.pdf pag. 2

[3] Cfr. La Scienza di fronte a Cristo, Gabrielli Editori, Verona 2002, p. 41 e segg.

[4] Liberamente tratto da:

http://www.biosferanoosfera.it/scritti/PUNTO%20OMEGA.pdf

[5] Cfr. P.Teilhard de Chardin, Il Cuore della Materia, Queriniana, Brescia 1993, p. 67.

[6] Cit.

[7] “…dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.” Lumen Gentium, Natura e missione dei laici, cap. IV § 31.