PRESENTAZIONE

Il CENTRO STUDI “Teilhard de Chardin per il futuro dell’uomo” è stato costituito il 28 Gennaio 2022: solennità di San Tommaso d’Aquino (dottore della Chiesa). È, poi, stato legalmente registrato a Torino il successivo 4 marzo.

Esso ha sede giuridica presso l’Istituto Sociale in corso Siracusa 10, grande scuola paritaria retta dai Gesuiti che aderisce alla Fondazione “Gesuiti Educazione”, la rete dei “collegi” dei Gesuiti della Provincia Euromediterranea. I livelli di scuola, dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori, accolgono 800 allievi. È anche luogo di formazione per gli stessi insegnanti destinati a svolgere la loro missione educativa presso le scuole gesuitiche stesse.

Nel tempo, il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin non cessa di manifestare tutto il suo valore e la sua lungimiranza, rivelando convergenze con altri filoni di studio inerenti agli ambiti dell’evoluzione, della complessità, del pensiero sistemico e olistico, dell’ecologia e della planetizzazione. Si rende, cioè, sempre più evidente il processo di formazione della Noosfera, quale nuovo stadio del processo evolutivo della ominizzazione, che attende il nostro concorso attivo, così da favorire la convergenza diquanti avvertono la gravità di quest’ora resa critica dalle condizioni precarie del Pianeta e dalle grandi sofferenze dell’umanità (denunciate nella Laudato sì).

A far tempo dal 1955 – con la rinascita in cielo di Teilhard – nacquero via via Associazioni nel mondo allo scopo di stampare e diffondere le sue opere; così, pure in Italia, a Torino, nel 1964, per iniziativa di Ferdinando Ormea. Oggi, si vuole completare tutto ciò con un rinnovato sforzo di aggregazione di energie intellettuali e di competenze sensibili alle sue prospettive che ci si augura sappia offrire alla (Uni-versum / Il futuro dell’uomo), attività varie di studio e di ricerca, momenti di sensibilizzazione al pensiero di Padre Teilhard de Chardin.

In Italia, l’Istituto Niels Stensen di Firenze, emanazione della Compagnia di Gesù, costituì negli anni ’60 il Centro di Studio e di Ricerca Teilhard de Chardin, dotato di una ampia biblioteca nella sede di viale don Minzoni 25 in Firenze che divenne il centro propulsore del movimento Teilhardiano, anche dopo la nascita dell’Associazione italiana nel 1964 a Torino (per iniziativa del dr. Ferdinando Ormea). Il Centro di Studi cessò poi nel 1998   con lo scioglimento del medesimo Istituto, in seguito trasformato in Fondazione. In quell’ambito nel 1974, sempre per impulso di padre Alessandro Dall’Olio, si diede inizio alla pubblicazione della Rivista Il futuro dell’uomo.

La copertina che segue è la eloquente testimonianza  del metodo di lavoro rigoroso di quel Centro di Studi, che pubblicò una rassegna bibliografica di elevato spessore culturale a livello mondiale sugli studi Teilhardiani dal 1955 al 1970.

Il CENTRO STUDI “Teilhard de Chardin per il futuro dell’uomo” e la Rivista Uni-versum / Il futuro dell’uomo si richiamano, quindi, a quella ispirazione e ne costituiscono l’ideale prosecuzione. Si configura, pertanto, come un’iniziativa autonoma da qualsiasi altra realtà associativa teilhardiana, ferma restando la massima disponibilità di collaborazione; la speranza è quella di saper venire incontro, insieme, alle nuove necessità dell’oggi, le quali si presentano in forme inedite e richiedono modalità, linguaggi e forme diverse rispetto al passato. L’intento precipuo è di far confluire l’intelligenza di ricercatori e studiosi, di docenti e professionisti, di Istituzioni accademiche, nonché di raccogliere le energie di quanti perseguono la diffusione delle intuizioni di questo pensiero originale, che non cessa di fornire spunti di riflessione su temi di straordinaria attualità.

Il progetto è nato dalla convergenza di alcune di queste persone già impegnate in questo ambito da tempo: Vito Antonio Amodio (Neuroscienziato), Gabriella Castellini (Insegnante di Lettere), Edmondo Cesarini (Ingegnere e Counselor), Luciano Mazzoni Benoni (Antropologo e Filosofo delle Religioni), Annamaria Tassone (Assistente sociale poi Insegnante di Francese), Paolo Trianni (Docente di Teologia), Marina Zaoli (Medico psichiatra). Va registrata quale coincidenza temporale significativa la analoga nascita in Francia del “Centre Teilhard de Chardin” a Saclay, nei pressi di Parigi, col quale è già avviato un percorso di collaborazione.

I punti essenziali sui quali si intende condurre principalmente una riflessione sono quelli per cui lo stesso Teilhard si spese per la sua intera esistenza, dovendo, peraltro, affrontare non poche avversità.

Partendo dal presupposto che l’afflato religioso non sia mai sconnesso da una sensibilità generale nei confronti delle società umane e l’universo nel quale esse sono calate, la vita spirituale non può essere slegata da quella concreta degli uomini e delle donne declinati in ogni loro dimensione (biologica, sociale, artistica, politica), dal momento che, grazie all’Incarnazione, la salvezza annunciata dal Vangelo non è estranea all’esistenza umana.

Da un lato, dunque, troviamo un pensatore che si dedica alla ricerca scientifica, mosso dal desiderio di conoscere più a fondo il mondo materiale, specie quello vivente e, in maniera ancora più specifica, l’universo umano.

Infatti, la dinamica esistenziale è inscritta nel grande movimento evolutivo che sostanzia la storia del mondo, al cui interno riveste un ruolo determinato. Dall’altro, il secondo filone è quello della spiritualità cristiana, che si caratterizza in termini di eredità familiare, ampliata dall’imprescindibile temperamento mistico di Teilhard, che ha principalmente a cuore la ricerca dell’essenziale, quella che egli stesso definisce consistance (consistenza). Questi due binari corrono sempre paralleli e si integrano a vicenda.

Per tutta la sua vita, egli cercò di rendere noto il proprio pensiero attraverso conferenze, articoli, testi; tuttavia, non riuscì mai a pubblicare i suoi libri, a causa del divieto delle autorità ecclesiastiche, che consideravano le sue posizioni sull’evoluzione troppo astruse, a maggior ragione in un momento in cui la Chiesa non aveva ancora affrontato la crisi modernista.

Sarà solo il Concilio Vaticano II a concedere agli apporti teilhardiani un’effettiva e larga apertura.

E’ impossibile, comunque, afferrare il suo pensiero, se ci si limita ad incasellarlo solo nell’alveo della sua eredità familiare cattolica, poiché sia il lavoro da paleontologo, sia la sua lunga formazione filosofica e teologica gesuita, sia le vicende della Prima Guerra Mondiale, contribuirono fortemente all’edificazione del suo impianto speculativo compiuto.

Per De Chardin, uno dei punti cardine è la riflessione sul tempo: la creazione dell’universo non è un’azione puntuale, definita una volta per tutte in un lontano passato, bensì si configura come un atto di creazione continua, dal quale il male non è escluso e si delinea nell’accezione volta ad una tentazione costante di ritornare indietro, di distruggere, decostruire quanto realizzato.

Inoltre, l’evoluzione non è un evento guidato dal solo caso, ma è orientato secondo delle “direzioni” evolutive, una vera e propria “legge”, che prende le mosse dai livelli più elementari della materia per crescere in complessità, cui si accompagna un ampliamento di autonomia e coscienza.

La comparsa dell’umanità fissa una soglia, un salto di qualità ulteriore, quello della “riflessione”, come si avrà modo di spiegare meglio in seguito.

L’attualità del contributo di Teilhard sta nel superamento della separazione dicotomica tra le differenti dimensioni della vita, che riconosce un ruolo di rilievo pure alla sfera della fede, atta a riorientare la convergenza verso un’unità fondata su un senso ultimo e non su un dato meramente tecnico.

L’obbiettivo perseguito dal nostro gruppo di lavoro è quello, quindi, di continuare a tenere viva e sonora questa profonda eco di ricerca e studio, di cui abbiamo anticipato qualche pillola – parte del prezioso ed originalissimo patrimonio lasciatoci in eredità dal padre gesuita francese – che caratterizza l’abbraccio rinascimentale tra uomo, natura e spiritualità.