Come è noto, nella Compagnia di Gesù non tutti furono solidali con Teilhard.

Ma, tra quelli che lo sostenevano, vi fu un confratello che non si limitò a difenderlo dinanzi al Sant’Uffizio, ma che invece continuò a studiarne ed a propagarne l’opera.

Mi riferisco a padre Henri de Lubac sj, uno dei più autorevoli padri conciliari, poi nominato cardinale.

Ebbene: durante i lavori del Concilio, si svolgevano -accanto ed a latere delle assisi ufficiali- una miriade di contatti, incontri, convegni fra i padri conciliari.

Ne fa la cronaca l’ampio volume del giornalista francese Henri Fesquet nel suo ‘Diario del Concilio’ (Mursia, 1967): che narra quanto fosse amplificata l’eco del pensiero di Teilhard proprio grazie all’instancabile lavorio di De Lubac.

Ma -oltre all’approfondimento dei temi teologici- a lui va il merito di aver dedicato un intero volume proprio a come pregava Teilhard: “La preghiera di padre Teilhard” (Morcelliana 1965): in quel volume, che a Concilio appena concluso fece da apripista allo scavo delle dimensione squisitamente spirituale del gesuita francese che fu al tempo stesso scienziato e mistico, il grande teologo illustra la specificità di quella preghiera, portatrice di una spiritualità cosmica assai innovativa e anticipatrice dei tempi che si stavano preparando e di cui il Concilio fu un qualche modo l’annunciatore.

Grazie a quella prospettiva possiamo oggi assaporare meglio quelle preghiere, di cui si potranno trovare pagine inedite nel volume (si veda “IN VETRINA) che verrà presentato al convegno di Torino (21-22 Settembre p.v.), promosso dal CENTRO STUDI.