Abbiamo subito dato notizia, sul nostro profilo Facebook, della quarta enciclica del pontificato di Papa Francesco significativamente intitolata “Dilexit nos”, ovvero “Ci ha amati”.

Ora ne assumiamo il tema di fondo e lo proponiamo come nostro tema del mese.

La lettera si apre con una accorata esortazione a “ritornare a parlare al cuore” in una società in cui “l’essere umano rischia di smarrire il centro, il centro di sé stesso”, approfondendo il significato più profondo dell’“amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo”. Successivamente, il Santo Padre, sottolinea che “nell’era dell’intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore. Ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio, quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta”.

Il fulcro dell’appello formulato da Papa Francesco ci invita a “superare la frammentazione dell’individualismo”, salvaguardando la dimensione comunitaria, sociale e missionaria di ogni autentica devozione al Cuore di Cristo, che, nel momento in cui “ci conduce al Padre, ci invia ai fratelli”, ovvero ricambiando l’amore con l’amore. 

L’enciclica Dilexit nos” si conclude poi con una preghiera del Santo Padre il quale, ci esorta a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto e solidale. In questo contesto sembra qualcosa di irreale e irrealizzabile. Eppure, questo appello, proprio nel difficile momento storico che l’umanità intera sta passando, tra guerre e cambiamenti climatici, costituisce un modello credibile e proponibile a cui tendere verso un futuro fatto di amore, pace e prossimità a cui, singoli e nazioni, devono tendere affinché si possa perseguire un nuovo modello di società basato sulla fraternità.

Padre Teilhard nel corso di tutta la sua vita ha coltivato questa dimensione del cuore: a partire dalla filiale devozione al Sacro Cuore, per pervenire infine a una visione mistica del Cuore del Cristo Cosmico, dilatato alle dimensione infinite dell’Universo. La sua dedizione e le sue intuizioni, anche a questo proposito, ci accompagnino nella ricerca di una conversione spirituale oggi più che mai necessaria per quel balzo di coscienza planetaria che impedisca la regressione in atto e favorisca invece la riconciliazione, il perdono reciproco e la pace dei cuori.

“Bisogna riconoscere che ciascun uomo comporta in sé, oltre al corpo e all’anima, una certa entità fisica che lo riferisce tutto intero all’universo (finale) in cui soltanto trova il proprio compimento – per chi ha inteso la natura di questa “composizione cosmica” dell’essere creato, per chi ha valutato l’intimità e l’universalità dei legami in cui questa composizione stringe il molteplice, i lineamenti del Cristo assumono un rilievo e una prossimità straordinari e il senso della Scrittura s’illumina sino a insospettate profondità. Il Cristo, come ci hanno detto san Giovanni e san Paolo, è il centro della creazione – in ogni creatura, oltre ai caratteri materiali e spirituali individuali che conosciamo, esiste fisicamente (in forza dell’elezione del Cristo a capo dell’universo) una certa relazione di tutto l’essere a Gesù, un adattamento particolare dell’essenza creata a Gesù: qualche cosa di Gesù…”. (Teilhard de Chardin)

Lettura consigliata: Il Cuore di Cristo, Centro dell’Universo: una proposta per il terzo millennio, ed. Appunti di Viaggio

Prefazione, di Antonio Gentili