di Xavier de Bénazé s.j.i
a cura di L. M. B.
L’articolo riprende il tema della c.d. ‘ecologia integrale’ proposto da papa Francesco di fronte alla crisi ecologica e sociale della nostra epoca, come nuova visione del mondo.
Questo paradigma, invece di considerare il creato come una macchina da ottimizzare con il progresso tecnologico, ritiene il mondo come una realtà costituita da quattro relazioni fondamentali: con sé stessi, con gli altri esseri umani, con il creato e con Dio.
L’appello del papa alla conversione ecologica comporta l’adozione di questo cambiamento di paradigma.
Si sottolinea l’apprezzamento autorevolmente espresso verso l’enciclica Laudato sì dal filosofo francese Edgar Morin (21 giugno 2015).
Per approfondirne i contenuti, l’articolo presenta poi il metodo delle ‘sei porte’ sviluppato -su un terreno del tutto laico- dal Campus de la Transition e dal Gruppo di ricerca FORTES ( ): Oikos, Ethos, Nomos, Logos, Praxis, Dymanis (tutti luoghi ampiamente battuti dalla antropologia culturale).
L’Autore, che è il Delegato per la transizione ecologica della Provincia dei gesuiti dell’Europa occidentale francofona, nonché ingegnare agrario, conclude infine l’articolo con una citazione di Teilhard che accompagna però anche una confessione personale e che pertanto vale la pena riportare:
“Vorrei concludere con uno dei testi spirituali che nutrono profondamente il mio pellegrinaggio eco-spirituale cristiano. È la prima pagina del libro La Messa sul Mondo di Pierre Teilhard de Chardin”:
«Poiché ancora una volta, o Signore, […] sono senza pane, senza vino, senza altare, mi eleverò al di sopra dei simboli sino alla pura maestà del Reale; e Ti offrirò, io, Tuo sacerdote, sull’altare della Terra totale, il lavoro e la pena del Mondo.
Lì in fondo, il Sole, appena incomincia ad illuminare l’estremo lembo del primo Oriente. Ancora una volta, sotto l’onda delle tue fiamme, la superficie vivente della Terra si desta. Vibra e riprende il suo formidabile travaglio. Sulla mia patena, porrò, o Signore, la messe attesa da questa nuova fatica e, nel mio calice, verserò il succo di tutti i frutti che oggi saranno spremuti. Il mio calice e la mai patena sono le profondità di un’anima ampiamente aperta alle forze che, tra un istante, da tutte le parti della Terra, si eleveranno e convergeranno nello Spirito […]
Ricevi, o Signore, questa Ostia totale chge la Creazione, mossa dalla Tua attrazione, presenta a Te nell’alba nuova. […] Questo vino, la nostra sofferenza, non è purtroppo, sinora, che una bevanda dissolvente. Ma, in seno a questa massa informe, hai messo – ne sono sicuro perché lo sento – un’irresistibile e santificante aspirazione che, dall’empio al fedele, ci fa tutti esclamare: “O Signore, rendici uno!”».
La civiltà cattolica, fasc. 4186 16 nov/7dic 2024, pp. 328-339