a cura di LMB
Dopo aver per la prima volta divulgato i dati, tratti dai dizionari, dell’aumento delle parole inglesi nella nostra lingua negli ultimi decenni (Diciamolo in italiano, Hoepli 2017), e dopo avere raccolto gli anglicismi attualmente in circolazione affiancati dalle spiegazioni e dalle loro alternative in italiano (L’etichettario, Franco Cesati 2018 e in Rete: Dizionario AAA – Alternative Agli Anglicismi), in questo ultimo lavoro esplora i “perché” più profondi del fenomeno.
Sulla questione sono state date dagli studiosi tante spiegazioni parziali e superficiali: l’inglese avrebbe dalla sua una maggiore sinteticità, sarebbe il risultato di una certa pigrizia nel tradurre, deriverebbe dalla moda, dal fascino e dal prestigio. Ma ognuna di queste “cause” da sola non basta, e nemmeno la loro somma è sufficiente a giustificare un ricorso agli anglicismi che appare ormai come una mania compulsiva. Sotto queste motivazioni si cela il nostro complesso di inferiorità verso l’inglese, è stato osservato, ma Zoppetti scava ben più a fondo e indaga sui motivi di questo senso di inferiorità: è l’altra faccia del mito di tutto ciò che è a stelle e strisce...