Per questo mese, che dovrebbe essere quello riservato per eccellenza al riposo o meglio alla ‘ri-creazione’ del corpo e dello spirito,

proponiamo la lettura di questa segnalazione pubblicata dal quotidiano AVVENIRE:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/dalle-abbazie-d-europa-in-cammino-verso-il-giubileo-2025

Anzitutto di cosa tratta? Della proposta (ideata da Livia Pomodoro) di un cammino triennale da Canterbury a Roma, attraverso i monasteri europei.

L’iniziativa è così concepita: “In cammino” ripercorrerà in ognuno dei tre anni le tre principali esperienze del viaggio: “partire” (2023), “transitare” (2024), “arrivare” (2025). In ogni singola tappa verrà declinata, in collaborazione con l’Istituto Treccani, una parola che farà da filo conduttore attivo per spettacoli, concerti e incontri allestiti nelle abbazie prescelte. «Da pellegrinaggio a misericordia, da bellezza a silenzio: sono tutte parole di senso e noi vogliamo ridare senso alla vita di tutti i giorni delle persone» spiega l’ideatrice. In più occasioni, abbiamo considerato l’apporto prezioso e decisivo, in determinati passaggi, del monachesimo cristiano al processo di costruzione dell’Europa: sia a livello sociale che culturale e perfino economico.

Ma, oltre a questo richiamo che suona di conferma, vi sono almeno 3 buone ragioni che ci vedono attenti e in sintonia con questa originale proposta.

La prima, consiste nella prospettiva giubilare indicata da papa Francesco: alla quale ci sentiamo anche noi chiamati e alla quale cerchiamo di corrispondere con un preciso itinerario come CENTRO STUDI.

La seconda, concerne il tema della BELLEZZA, richiamata nella proposta: che sarà oggetto della nostra riflessione proprio nel convegno che il CENTRO STUDI ha in programma il prossimo Settembre ad Assisi.

La terza, riguarda la visione del cammino: vissuta in prima persona da Teilhard e da lui prospettata come paradigma della vita in diversi saggi. Segnaliamo in particolare quello ‘Sulla Felicità’. Cammini e viaggi che ovviamente interessavano in prima istanza la sfera intima e soggettiva, sua, come di ciascuno di noi; ma che in seconda istanza pervenivano poi anche al momento dell’incontro con l’altro. Fase irrinunciabile e precisamente individuata da Teilhard come seconda nelle tre tappe della personalizzazione, o cammino di ‘centrazione’. Rispetto alla quale, risulta oggi particolarmente attuale e suggestiva l’osservazione di Teilhard, espressa alla fine della seconda guerra mondiale, in una riflessione dedicata alla planetizzazione. Invitiamo ad entrare in risonanza con le sue parole:

“Qualunque sia il paese, il Credo o il livello sociale di colui che incontro, ma per poco che in lui, come in me, covi lo stesso fuoco dell’Attesa, si stabilisce all’istante un contatto profondo, definitivo, totale.”

(La planétisation humaine, Pechino, 25 dicembre 1945)