Il tema della bellezza non è certo originale, né nuovo; anche se conserva intatta una sua vitalità ed attualità.

Ad esso è dedicato il prossimo Convegno del CENTRO STUDI (assisi, 23-24 Settembre 2023).

Lo consideriamo pertanto proponibile quale ‘tema del mese’ sul presente sito, limitandoci ad accennare alle peculiarità dell’approccio che gli verrà dato secondo l’ottica cosmica di Teilhard de Chardin.

L’argomento ha infatti attirato l’attenzione di vari studiosi dell’opera teilhardiana: che hanno rilevato l’attenzione prestata da lui al tema: nella sua vita come nei suoi studi.

Bastino in questa sede solo due spunti: 

  • Il primo, proposto dalla dr.ssa Annette Daverio, la quale fu a lungo segretaria dell’Associazione Italiana TdC e della Rivista Il Futuro dell’Uomo, dal titolo “Cosmogenesi e arte”.

La sua riflessione trae origine dalla Conferenza agli artisti al Centre d’Etudes des Problèmes Humains di Parigi, 1l 13 marzo 1939.

In quella occasione, egli riprendeva alcuni motivi già espressi a sua cugina in una lettera del 29 giugno 1916: “Credo che tu abbia perfettamente ragione a giudicare la linfa del mio pensiero e della mia azione più sensibile che intellettuale … Evidentemente ci sono dei temperamenti nei quali l’intuizione nasce da un eccesso di tensione interiore o ardore vitale, molto più che da uno sforzo teorico; e senza dubbio io sono simile ad essi. Io sono più passionale che scientifico”. Egli infatti fa risalire il suo “senso cosmico” anche alle arti, infatti, scriveva: “Quelle arti (poesia e musica) non ci trascinano esclusivamente in uno slancio panteistico e pagano. Esse spingono semplicemente l’anima, in modo generale, a cercare qualcosa di più bello e di più grande: la sensibilizzano nei confronti del Tutto, la ‘cosmizzano’ se così si può dire, sia facendola perdere in un Nirvana inferiore, sia facendola unire appassionatamente al grande sforzo verso le sfere superiori”.

  • Il secondo, espresso invece da don Andrea Zerbini nella sua tesi di laurea in teologia, incentrata sul saggio di TdC ‘Forma Christi’, del 1918.

La tesi è suddivisa in tre parti, mostra la genesi, le linee prospettiche e di sviluppo dell’esperienza della grazia di Cristo in rapporto al vissuto credente come totalità del soggetto e del suo ambiente in rapporto a Cristo, che prende forma nella relazione di una libertà che si affida a Lui. Nella prima parte è la figura di esperienza di Teilhard che viene rimodellata in corrispondenza della forma Christi, ridisegnata sulla sua filigrana ripercorrendo la genesi della sua esperienza riflessa nei testi: è quest’ultima, la forma Christi, ad affiorare nei tratti della figura di esperienza di Teilhard, da essa emerge come forma substantiae nostrae, il suo centro di irradiazione e di convergenza più intimo ed universale, personale e cosmico. Muovendo poi dalla scoperta di un’estetica teologica in Teilhard (seconda parte), nella sua figura di esperienza di Teilhard la bellezza è momento e movimento inscindibile di una libertà che si dona nell’amore, di una fede che vive come amore, in cui “l’amore presuppone l’armonia, cioè la bellezza”, si giunge alla presentazione, articolazione e sviluppo del “cristocentrismo obiettivo”; è l’affermazione della singolarità di Cristo viene declinata attraverso la figura del Cristo, Sacramento del Mondo (terza parte).

Come si evince da questa semplice lettura, che stimola tuttavia ampi spazi di possibili riflessioni in proposito, si possono già intravedere ampie prospettive in questa visione.

Segnaliamo, fra i tanti testi utili, due titoli che sviluppano il discorso:

– Giovanni Miccoli, L’ acqua tra simbolo e realtà, in Frate Francesco, novembre 2022

– Gianfranco Ravasi, La bellezza salverà il mondo, Marcianum 2013

Di seguito i link che illustrano l’imminente convegno ad Assisi e a cui invitiamo a partecipare.

Locandina convegno Assisi 23-24 settembre 2023

Programma aggiornato al 31 luglio 2023