A cura di Silvia Valenti
Con l’accuratezza, l’intensità e la profondità, tipici di un consolidato stile, Gabriella Campioni, Silvia de Todaro e Luciano Mazzoni Benoni hanno compiuto questo acuto ed efficace lavoro di scavo e di ricerca (partendo anche da osservazioni e viaggi personali), sull’esperienza straordinaria di questa donna speciale, così “vicina” a Gesù.
Dopo il precedente libro, Il Corpo Liberato*, quell’esaustivo escursus sulla condizione del femminile nel tempo e nella storia, questo su Maria di Magdala ne appare il completamento e la corona.
Il testo si snoda su 22 meditazioni, (corredate da eleganti iconografie, indicazioni di brani musicali, oltre che di riflessioni, risonanze, piste di ricerca di vari studiosi), che, come osservazioni delle facce di uno stesso prisma, perseguono l’intento di favorire quella trasformazione, quel cambiamento di paradigma del maschilismo imperante (soprattutto nei secoli passati, ma a tutt’oggi non ancora debellato), nella società e nella Chiesa, in favore di una rivalutazione globale del femminile, con tutto il suo portato di intuitività, sensibilità profonda e sensualità, per una più ampia e matura consapevolezza del significato di unione e di amore.
Dopo la presentazione dell’intento dell’opera, le riflessioni si snodano in un percorso con moto ascensionale che partono dalla visione di MdM come donna dai molti amanti, per trasformarsi, pervasa dalla luce dell’ “Amore”, verso l’apice dell’ unione sacrale con il Divino e diventare essa stessa “Apostola degli apostoli”. Della ritenuta “peccatrice” è bastato l’incontro con Gesù e la sua energia, per essere trasformata così radicalmente, da diventare l’emblema dell’amore vero e della santità.
Papa Francesco proprio nel giorno del calendario a lei dedicato ha decretato che la celebrazione liturgica abbia il medesimo grado di festa dato alle celebrazioni degli altri apostoli e che risalti la sua speciale missione come esempio e modello per ogni donna nella Chiesa. Infatti il Pontefice ha affermato: “Maria di Magdala è la fede fatta amore appassionato, estranea ai sentimenti tiepidi, ad un cuore diviso fra tanti. Il suo è solo per il Maestro. MdM è la cristiana modello per chiunque. Lei è la fede di carne, autentica fin nel midollo.”
Sono presi in esame poi studiosi che hanno indagato e ricercato dove trovare segni della vita e del passaggio di MdM negli avvenimenti, nella storia e nella geografia; (è convinzione che abbia soggiornato in Francia e le co-autrici sono state a visitare i luoghi a lei dedicati), ma sono stati studiati soprattutto i vangeli apocrifi o gnostici (ad integrazione di quelli canonici), come il vangelo di Filippo e di MdM appunto e dal vangelo di MdM, (purtroppo molto incompleto), si evince il suo ruolo importante e fondamentale di trasmissione dei pensieri e dei concetti di Gesù, delle sue indicazioni, proprio più attraverso di lei (evidentemente più acuta), che degli altri apostoli, motivo di contrasto, forse di risentimento proprio in quanto donna.
Cinthya Bourgeault, presbitero della chiesa episcopale negli USA sostiene tre tesi : nella prima espone la assoluta parità per Gesù tra i discepoli uomini e donne, con una particolare predilezione per MdM, perché meglio comprende il suo messaggio; la seconda sul rapporto “speciale” probabilmente anche erotico, di Gesù con lei, come percorso di “guarigione” attraverso la gnosi, e la terza come tale “guarigione” abbia potuto effondersi nel nostro occidente come emanazione dell’energia di questo amore e l’ invito alla cristianità, ad una revisione responsabile della sessualità umana e della saggezza femminile. Dopo la morte di Gesù, sarà MdM che conforterà gli apostoli, darà loro le spiegazioni dei detti e delle indicazioni ricevute da Gesù, nonostante la diffidenza e la rivalità un po’ acerba di Pietro e di Andrea.
Le successive meditazioni ci accompagnano verso i possibili viaggi da lei compiuti , dopo la morte di Gesù , ma già nell’espletamento della sua missione divulgatrice del Messaggio, poiché dopo l’abbaglio avuto dalla resurrezione, la luce resta impressa in lei come cifra connotativa della sua nuova dimensione e, dopo che è diventata la prima testimone della resurrezione, continua ad espandere questa luce fino a quando ascenderà al cielo col corpo fisico, portata dagli angeli completamente avvolta di luce.
Con il corpo…e… continua la riflessione sulla funzione del corpo; questo strumento divino di cui siamo stati dotati, che come nello yoga, vede la fusione con lo spirito nell’armonia e nella bellezza (come nella danza) per la totalità della realizzazione, dove nudità è sincerità, è integrita’, dove la verità è essenza d’amore.
Ecco quindi delinearsi MdM come colei che risana con olio e gesto amorevole e che ha questi poteri guaritori come le donne di saggezza antiche : unzione d’amore e unzione sacrale, conoscenze di proprietà energetiche e salutari , per la connessione costante e continua con gli elementi (grandi e sottili) e con l’energia dell’intero cosmo.
La grande madre terra e i tempi dei matriarcati di pace e armonia che ci sono stati tramandati e trasmessi dalle ere passate, ci hanno confermato di un femminino sacro con cui MdM era in contatto, al tempo in cui nella grotta in Provenza è vista non tanto come penitente, ma come immersa in questa unione panica, sorgente di vita senza fine, nutrita e portata in cielo dagli angeli.
In lei avviene la metamorfosi trasformante per cui diventa l’archetipo del femminile, nelle differenti fasi della sua vita, nella sintesi tra amor sacro e carnale, dopo che per secoli l’immagine del femminile sacro che ci era stata proposta fu quella di Maria Madre, trascurando completamente l’aspetto materiale, quell’energia Kundalini che risveglia nel nostro corpo-spirito il potere di co-creare con il Divino, dove amore tra cuore e grembo confluiscono nella bellezza totale del cantico dei cantici. E’ proprio grazie a lei, se il femminile ha trovato faticosamente posto nella Chiesa. Una formella della cappella a lei dedicata nella Cattedrale di Marsiglia la raffigura, mentre predica dall’ambone, confermando il ruolo evangelizzatore e di diaconato della donna e il monaco Guido Dotti del monastero di Bose può affermare: “Lo spirito femminile, facendosi largo tra i tentacoli del dominio androcentrico, ritrova sintonia piena con MdM, in grado di disvelare le enormi energie inespresse del genio femminile : ogni energia femminile libera ed emancipata non può che evocarne la dignità e così pure la santità…MdM come archetipo di donne cristiane di avanguardia.”
Infatti MdM come donna di “entusiasmo” (cioè etimologicamente con Dio dentro), agisce, opera, si muove e come dice Don Messina … “Quella donna riconosce a pieno l’umanità di Gesù, anticipa la compassione per quel corpo, da lei così venerato, che si sta preparando ad essere violato… a questa donna verrà riservato il dono che quel gesto sarà ricordato per sempre”. “Ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo”.
I Vangeli apocrifi o gnostici, sottofondo di tutte le meditazioni, precedentemente ritenuti inaccettabili dalla chiesa ufficiale, oggi hanno più libero accesso come fonti extra bibliche ed autori come Jean-Yves Leloup, monaco e teologo ortodosso attinge a piene mani. Emerge di MdM l’essenza più importante e sottile di chi ha imparato a liberarsi delle dualità, che ci demonizzano, che ci lacerano, non rinnegando corpo e materia, ma attraverso la non identificazione e la non appropriazione con quei livelli, santificandoli e trasfigurandoli attraverso l’immaginazione creatrice, mette e profonde amore là dove non c’è. Con quali occhi MdM può contemplare il Risorto? Non con quelli di carne, risponde il Maestro, non con quelli della psiche, ma attraverso il nous, quella parte fine dell’anima che da accesso al mondo intermedio dell’immaginale, che non è solo sensibile, né solo intellegibile, ma in quella visione tipica della teologia orientale dell’unità e dell’assorbimento dove le polarità si fondono. Conclude chiedendosi se il vangelo di MdM sarà il vangelo di questo millennio dove avremo imparato a superare tutte le dualità e le differenze, prima fra tutte quella tra maschile e femminile, sentendoci una sola entità umana finita, contrassegnata dall’amorizzazione del mondo (come auspicano Teilhard de Chardin e Raimon Panikkar) e quando da MdM avremo imparato a trasformare i cuori al Bene.
La lettura del testo favorisce squarci di luce e dilatazioni delle menti verso la comprensione e l’approfondimento di verità spesso sottaciute, che, come spirali luminose di galassie, ci trascina verso l’alto, verso la comprensione adulta e matura della Vera Luce e del Vero Amore.