a cura di LMB
CON-VIVERE CARRARA FESTIVAL “UMANITÀ” – WWW.CON-VIVERE.IT
7-8-9-10 SETTEMBRE 2023
L’edizione 2023 di con-vivere Carrara Festival, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, si terrà dal 7 al 10 settembre. Il festival ha avuto come suo fondatore e curatore per quattordici edizioni Remo Bodei. Dal 2020 il festival si avvale della collaborazione di un consulente scientifico, di alto profilo, scelto ogni anno sulla base del tema: Chiara Saraceno ha curato l’edizione “diritti”, Telmo Pievani il programma 2021 dedicato a “cura”, Maurizio Ferraris l’edizione 2022 su “tracce”.
Con-vivere affronterà quest’anno, per la sua diciottesima edizione, il tema “umanità” con la supervisione scientifica di Laura Boella. La direzione del Festival è come negli scorsi anni di Emanuela Mazzi.
Più di venti incontri di parola fra conferenze, dialoghi e dibattiti, sei spettacoli e oltre trenta eventi collaterali fra laboratori di cucina, spazio bambini, mostre, incontri, passeggiate a tema alla scoperta del territorio, proposte di cucina nei ristoranti del centro, costituiranno il programma di questa edizione.
Stefano Massini, Alessandro Bergonzoni, Stefano Mancuso, Roberto Cingolani, Maurizio Ferraris, Telmo Pievani, Chiara Saraceno, sono alcuni degli ospiti di questa edizione. E poi ancora la musica dei Tiromancino, dell’Orchestraccia e della talentuosa Frida Bollani Magoni; un evento omaggio a Bob Dylan e uno spettacolo dedicato ai temi del cambiamento climatico con Elisa Palazzi e Stefano Taddia.
Il tema
Cosa ci rende umani? Cosa rende umano il nostro agire? Per comprendere l’orizzonte generale dell’esperienza umana, fra natura e cultura, non si può prescindere dal legame con gli altri.
Bisogna rischiare di abitare il mondo insieme ad altri e quindi rischiare di essere umani.
Definire i contorni dell’umano vuol dire fare i conti con disuguaglianze e iniquità, con forze che sono costantemente in bilico fra umanità e disumanità.
Oggi, poi, gli effetti della attività umana sono diventati talmente potenti da mettere in discussione la sopravvivenza non solo della stessa specie ma anche dell’intero pianeta. A partire dall’interdipendenza che ormai tocca la vita quotidiana delle persone tra ambiente naturale e tecnosfera, l’umanità può essere praticata per rispondere a pesanti interrogativi: una crescita senza limiti che produce diseguaglianze e discriminazioni quale eredità lascerà alle generazioni future? Diritti e doveri, libertà e responsabilità entrano in gioco in uno spazio che coinvolge in maniera inedita tutti gli esseri viventi.
NOOCENE
MOSTRA A CURA DI SILVIA VANNACCI
Con Jermay Michael Gabriel, Lori Lako, Dario Picariello e Peng Shuai Paolo
Palazzo Binelli 7 settembre – 20 ottobre 2023
“Bisogna rischiare di abitare il mondo insieme ad altri e quindi rischiare di essere umani. Definire i contorni dell’umano vuol dire fare i conti con disuguaglianze e iniquità, con forze che sono costantemente in bilico fra umanità e disumanità.” È dal manifesto di questa edizione di con-vivere Carrara Festival, proposto dalla filosofa e docente Laura Boella, che è nata l’idea della mostra Noocene, una coraggiosa esplorazione dell’intricato tessuto dell’umanità e dell’esperienza umana collettiva. Curata da Silvia Vannacci, la mostra presenta il lavoro di quattro artisti under 35 – Jermay Michael Gabriel, Lori Lako, Dario Picariello e Peng Shuai Paolo – insieme con una selezione di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara: Gianmarco Carbone, Lorenzo Antei e Michelle Usai. La mostra si terrà dal 7 settembre al 20 ottobre a Palazzo Binelli a Carrara.
Affrontare il tema profondo e sfaccettato dell’umanità ha richiesto la presenza di artisti con origini e background diversi, le cui pratiche artistiche sono incentrate su temi profondamente umani come l’identità, la memoria, la giustizia sociale e il colonialismo. Questo approccio cerca di offrire un’ampia, più vasta testimonianza dell’’umanità, abbracciando varie prospettive per comprendere la complessità della nostra esistenza condivisa. Pur risiedendo in Italia, questi artisti racchiudono collettivamente una miriade di origini dentro di sé.
Il titolo della mostra, Noocene, deriva dalla fusione delle parole greche ‘nous’ che significa ‘mente’ o ‘ragione’ e ‘…’ che significa ‘nuovo’. Un termine recentemente coniato dal filosofo Hub Zwart, che auspica una transizione oltre l’antropocentrico e impegnativo Antropocene, verso una nuova era, quella del Noocene.
Il termine attualmente usato è quello di ‘noosfera’ e venne concettualizzato per la prima volta da Vladimir Vernadsky e Pierre Teilhard de Chardin agli inizi del secolo scorso, per descrivere il fenomeno geologico in cui l’umanità, portatrice di uno strato pensante, trasforma e assimila il mondo.
In quanto esseri umani, siamo sia animali che qualcosa oltre, siamo un salto, una crisi e una metamorfosi. Il nostro agire incessante sulla Terra ne causa un tale cambiamento che si avvicina all’esaurimento delle risorse e al disperato desiderio di esplorare altri pianeti. Tuttavia, anziché soccombere al pessimismo o percepire noi stessi come barriere al cambiamento, siamo chiamati ad assumere un ruolo attivo e collettivo, in maniera post-egocentrica. Questo spostamento impone un approccio distribuito e collettivo alla riflessione che supera le tendenze individualistiche.
Guardando dalla prospettiva degli artisti, i visitatori intraprendono un viaggio che esplora e analizza alcuni aspetti dell’umanità, come la giustizia sociale, il colonialismo, l’antropocentrismo e l’identità, fino alle relazioni tra tutti gli organismi viventi, umani compresi, nell’ambiente di cui fanno parte.
L’arte funge da mezzo per accendere conversazioni e dialoghi su questioni sociali, costringe gli spettatori a mettere in discussione paradigmi consolidati, come il privilegio, l’eurocentrismo e l’antropocentrismo, aprendo le porte a prospettive altre. Attraverso opere d’arte che fanno riflettere, stimolano dubbi e critiche, la mostra funge da catalizzatore per il pensiero critico, la coscienza sociale e l’impegno attivo con le intricate questioni che riguardano l’umanità e il nostro pianeta nel suo insieme: un invito a reimmaginare il nostro posto nella narrativa collettiva dell’esistenza umana.