di Luciano Mazzoni Benoni
Per una comprensione in chiave comparata di Chiara Lubich e Pierre Teilhard de Chardin [1]
Se il ‘900 cristiano ha vissuto storicamente il suo picco con l’evento del Concilio Vaticano II, definito come “la primavera della Chiesa”, non pochi sono i personaggi che lo hanno preparato e/o accompagnato: tra costoro meritano una collocazione speciale Chiara e Pierre. Questo saggio -senza soffermarsi ai profili biografici delle due figure peraltro ampiamente note- si prefigge di proporne una lettura comparata, in grado di farne cogliere le convergenze spirituali.
TEOLOGICHE
Il tema unitivo: il Movimento dei Focolari viene riconosciuto in ogni continente come un soggetto in grado non solo di agire a scopi benefici, ma soprattutto di favorire dialogo e incontro, di aggregare, di unire, di ricondurre a unione … Nota è la concezione di Teilhard, che contempla addirittura una ‘mistica dell’unione’: “ … noi non possiamo progredire fino al culmine di noi stessi senza uscire da noi stessi unendoci agli altri … da qui il senso profondo dell’amore”[2]. Chiara amava parlare spesso di ‘amore unitivo’ e di ‘divinizzazione dell’uomo’[3].
Il tema del dolore non scisso dall’unità: è forse uno dei tratti più originali che associa i due pensieri: basti leggere due fonti rispettive: di lei Perché mi hai abbandonato? Il dolore nella spiritualità dell’unità[4]; di lui il libretto Sur la Souffrance[5] (da affiancarsi a quello di analogo contenuto della sorella Marguerite-Marie, del quale funge da Prefazione)[6]. Numerosi teologi hanno riconosciuto a Teilhard la capacità nell’affrontare il tema del dolore e del male secondo un approccio del tutto innovativo rispetto alla tradizione cattolica precedente.
Il tema cristologico in chiave trinitaria: potrà apparire strano, ma proprio questo aspetto risulta fra quelli più marcatamente pregnanti al fine di accertare la vicinanza fra le visioni dei due personaggi. E la sua rilevanza viene attestata da un teologo di chiara fama come Piero Coda che adotta egli stesso la definizione teilhardiana di trinitizzazione: «pur con accenti e nomi diversi, ho ritrovato il termine in Teilhard de Chardin, Chiara Lubich e Joseph Ratzinger nel senso fondamentale della partecipazione ontologica della forma di vita trinitaria all’umanità e alla creazione»[7]. Sulla connessione Spirito Santo-Cosmo Piero Coda osserva dapprima l’intuizione dei sofiologi ortodossi sull’urgenza di una cosmologia cristiana e poi dichiara: “Nella teologia cattolica vanno ricordate, in analoga prospettiva la cosmovisione di TdC e l’interpretazione simbolica del rapporto tra spirito e corpo proposta da K. Rahner … e più recentemente J. Moltmann e W.Pannenberg”.[8]
Inoltre fa fede il saggio di Piero Pasolini La cosmovisione cristologico-trinitaria, di chiaro accento teilhardiano; altrettanto quello di C.CERINI: “Tale visione di Dio nelle cose create è data unicamente a coloro che sono puri di cuore … E’ una scienza intuitiva: essa consiste nella partecipazione misteriosa della conoscenza che possiede il Verbo, Figlio di Dio, nel seno della vita trinitaria” (in MALAGUTI, op.cit. pp.78-79)
Il tema escatologico: questo tema risultava, agli inizi e per buona parte del ‘900 uno dei più carenti nella spiritualità cattolica dinanzi alle tragedie del ‘secolo breve’; tanto che questa lacuna venne seriamente considerata nei lavori conciliari. Varrebbe la pena -a tal proposito- menzionare la specifico iter assai sofferto che visse l’elaborazione della Costituzione pastorale della Chiesa nel mondo contemporaneo: che inizialmente partica con le parole “tristezza e angoscia” (dal chiaro sapore nostalgico se non reazionario rispetto alla modernità in quegli anni vincente) ed alla fine -grazie all’insistenza di Giovanni XXIII e di paolo VI (e quindi con l’affermazione delle tesi teilhardiane)- uscita invece col titolo Gaudium et Spes.[9]
Il tema mariano: se l’intera esperienza dei Focolari è intesa come opera per Maria (di qui il nome Mariapoli delle nuove forme di città a Lei dedicate); altrettanto la tematizzazione in Teilhard (come nella sofiologia) è condivisa in “quella che definirei la dimensione mariale della cristogenesi e mariologica della cosmologia. D’altra parte si tratta di un tema centrale nella cosmovisione di TdC come notava H. de Lubac nel suo celebre commento a l’Eternel Féminin”.[10]
CARISMATICHE
Anche sul piano del carisma, da tempo ecclesialmente riconosciuto, emergono delle analogie di assoluto spessore.
Anzitutto le energie femminili: il caso di Chiara -donna laica fondatrice di un movimento spontaneo ed inizialmente privo di riconoscimento canonico- costituisce di per sé una manifestazione epifanica del ‘genio femminile’ omaggiato da Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Mulieris Dignitatis. Ma se poi associamo le virtù soggettive della fondatrice al primo nucleo del Movimento, composto interamente da ragazze, ecco emergere una evidente funziona trainante della donna, che così favorì pure l’aggregazione di numerosissimi nuclei familiari (Focolari) e poi la nascita delle cittadelle note come ‘Mariapoli’. Ecco qui , ancora il tributo speciale rivolto dai Focolarini a Maria, non in chiave devozionale bensì vitale secondo l’originale lettura di Teilhard nel suo saggio l’ Eterno Feminino.[11]
Energie quindi a loro modo ‘speciali’, alla cui peculiari proprietà Chiara assegna e riconosce una ‘carica unitiva’, vala a dire capace di favorire-sostenere-sospingere quella spinta a far incontrare le forze e le anime nella dinamiche vitali e sociali.
In secondo luogo, il mondo come ambito privilegiato di impegno. Tema allora non scontato, allorquando vigevano concezioni teologiche che privilegiavano la cosiddetta ‘via consacrata’ rispetto all’impegno secolare. Così come nella ‘mistica dell’immersione’[12], la teologia delle realtà terrene faticò non poco ad affermarsi nella Chiesa[13] quale ambito pienamente e finalmente solo nella Costituzione Pastorale . Una delle proiezioni nell’odierno mondo globalizzato è costituito dall’Europa e dal suo ruolo rispetto al resto del mondo: ecco un altro terreno esplorato dalla Lubich che -dietro impulso di Giovanni Paolo II – avviò l’iniziativa ‘Toghether for Europe’, la quale periodicamente rinnova in grandi città d’Europa l’impegno dei cristiani di differenti confessioni a sostegno di una Europa unita e a servizio del mondo: che ebbe l‘adesione del C.ET. (Coordinamento Europeo delle Associazioni ispirate a Teilhard, riunitosi a Lisbona nel maggio 2013) e formalizzata con una lettera della sua presidente di turno Annamaria Tassone Bernardi.
In terzo luogo, il processo lavorativo come momento di compartecipazione alla evoluzione e alla costruzione dell’unità del mondo: se la teologia delle realtà terrestri è di evidente matrice teilhardiana, le piste attuative elaborate nell’ambito dei Focolari -come la “Economia di Comunione”- sono assai valide e corrispondono ad una pratica del principio cooperativo che ha guidato l’asse dell’evoluzione biologica ed umana[14].
In quarto luogo, il dialogo interreligioso: instancabile terreno di lavoro per il Movimento dei Focolari, in ogni arte del mondo e con modalità assai innovative e coraggiose, perché affidate al piano dell’incontro umano prima che religioso, e quindi fonte di una corrente di reciproca empatia ovunque apprezzata. L’apice di questo impegno, che vide affiancate pe persone di Giovanni Paolo II e Chiara Lubich, fianco a fianco, di fronte ai principali Leaders religiosi del mondo, si ebbe nei Vespri (Roma, ottobre 1999), di ritorno da Assisi (a ripresa del primo storico incontro interreligioso del 1987). Con Roberto Catalano (responsabile di questo settore per il Movimento dei Focolari) avemmo modo di cogliere le forti coincidenze degli accenti (specie durante i festival per la Pace ad Assisi, promossi dal Cipax, nella persona del suo direttore p. Massimiliano Mizzi, e dal Sacro Convento, nella persona del padre guardiano p. Giandomenico Nicola).
Infine, vorremmo aggiungere due ulteriori aspetti
- Quello della bellezza: è un aspetto forse meno noto tra quelli curati da Chiara, ma l’editrice Città Nuova ebbe modo di rivelarlo e proporlo all’attenzione, con alcune pubblicazioni arricchite con disegni e illustrazioni artistiche. Si tratta di quella capacità sottile di leggere e di vedere entro quella proprietà della materia, che Teilhard definì la ‘diafanìa’.
- Quello della musica: nunerosi musicisti hanno cercato di proiettare a livello musicale la visione di Teilhard, l’armonia musicale del cosmo (nei vari generi: famosa l’interpretazione della cantante Dalidà negli anni ‘60); a sua volta il Movimento dei Focolari, seguendo le esigenze dei tempi, si dotò fin dagli anni ’60 di complessi musicali composti da giovani artisti, Gen Verde e Gen Rosso. Di quest’ultimo menzioniamo Vive (dal musical Streetlight) e la raccolta Evolve.
UNA ANALOGIA SORPRENDENTE
Ma se emerge qualcosa di stupefacente nell’esame biografico dei due personaggi, ecco che emerge chiaramente il tema della guerra (per Chiara solo la seconda guerra mondiale, mentre per Padre Pierre entrambi gli eventi bellici): quale accadimento che -al di là dell’esplosione di violenze estese e di sofferenze inaudite- ha in qualche modo scatenato un’insorgenza spirituale profonda in ambedue i nostri attori.
Nel caso di Teilhard abbiamo a disposizione, su questo piano, addirittura una intera raccolta di scritti[15] (relativamente al primo conflitto): rispetto ai quali meritano tuttora una accurata rilettura quelli a carattere spiccatamente spirituale[16]; mentre, rispetto al secondo, costituiscono fonti di forte ispirazione almeno due saggi, meno noti[17]. Nel caso di Chiara è stata la sua narrazione autobiografica, così semplice e genuina, a rendere testimonianza di come proprio nel corso dei bombardamenti sulla città di Trento si sia manifestato quel ‘vento dello Spirito’ così da provocare la formazione del primo nucleo di amiche che costituirono il ‘focolare’ iniziale.
UN PROCESSO COOPERATIVO
A questa evidente convergenza plurima hanno concorso non pochi fattori e non poche persone. Tra queste ultime ci limitiamo a segnalare soltanto tre figure che hanno accompagnato Chiara nel suo itinerario di conoscenza prima ed infine di immersione nella spiritualità cosmica di TdC. A tal proposito non va sottovalutata una considerazione cronologica: dato che gli scritti di TdC restarono in Italia a lungo allo stato di semiclandestinità -vale a dire disponibili solo in lingua francese oppure in traduzione italiana soltanto nella forma di ciclostilati o di riproduzioni fotostatiche, allora poco noti): a causa del famigerato ‘monitum’ e quindi dei suoi effetti punitivi, con valore di embargo, connesso alle disposizioni del Concordato[18]. Limiti che quindi avvalorano l’impegno delle prime due figure che seguono, le quali non avevano a disposizione la prima edizione dell’Opera Omnia in lingua italiana[19].
Paolo Pasolini (1917-1981): romagnolo, studioso di fisica, appassionato ai temi scientifici (divenne collaboratore del prof. Zichichi), incontrò Chiara nell’agosto del 1950 (nella Valle di primiero, in Trentino)per un arco di oltre vent’anni egli si dedica allo studio delle opere di Teilhard, fino alla sua improvvisa scomparsa nel 1981, come attesterà la stessa Chiara[20] oltre che il suo amico A. Zirandoli[21]. Oltre ai numerosi articoli di approfondimento pubblicati sulle Riviste dei Focolari (Nuova Umanità e ben 269 sulla testata Città Nuova: tra i quali, su quest’ultima, due mega inserti: L’Omega di TdC, 17/1970 p. 21 e seg. – Einstein e TdC, 10/1971 pp. 30 e seg. – Al di là dell’universo: Wiener e TdC, 8/1970 pp.22 e seg.), furono ben 5 i volumi da lui dedicati al pensiero di Teilhard (tutti editi da Città Nuova: in evidente conferma della piena unità di vedute con la leader dei Focolari): Come è nato l’Universo (1961), L’evoluzione continua? (1966), L’universo vive (1967), Le grandi idee che hanno rivoluzionato la scienza nell’ultimo secolo (1976), Dalla nebulosa all’uomo (1978), L’avvenire migliore del passato (1982), L’unità del cosmo (1985). Ai quali si aggiunse lo studio scritto insieme a J.M.Merlin, La speranza cosmica in Teilhard – Dimensioni della speranza (1971) e perfino un racconto per bambini: La mia montagna sulla luna (1980). Uno sforzo dunque duraturo e tenace, vissuto fino ai suoi ultimi giorni, che ci venne segnalato dall’amico Remigio Magnani, del Focolare di Parma, e che venne raccolto in uno specifico saggio[22]. Emergono da quello studio i numerosi temi di convergenza: Evoluzione, Eucarestia, Persona, Unità; nei quali egli accosta Teilhard a Francesco d’Assisi, a Chiara Lubich, a Giovanni Paolo II. Ma il suo pensiero apparì così forte da suggerire, all’allora direttore e presidente dell’Associazione, Fabio Mantovani, a dare maggior spazio al suo pensiero, tramite la forma di una intervista (postuma), tratta da un suo saggio su Città Nuova (L’evoluzione dell’uomo è diventare Cristo – Uomini e vicende, 17/1980 pp.44-47)[23].
Aldo Giordano: giornalista, anch’egli con interessi verso il versante della scienza, dedicò agli argomenti affrontati in modo così continuativo e sistematico dall’amico Pasolini dei ricordi molti lucidi: si menzionano solo due momenti, rispettivamente nel volume di M. Malaguti, Prismi di verità. La sapienza cristiana di fronte alla complessità, Città Nuova Roma 1997 (pp.206-220) e nel suo intervento al 23° Congresso Eucaristico nazionale (L’intuizione di un nuovo modo di pensare ed agire).
Piero Coda: teologo torinese, docente all’Università lateranense e poi nominato teologo della Casa Pontificia da Giovanni Paolo II, infine Direttore dell’Accademia Sophia a Loppiano. Molto più giovane dei focolarini testè menzionati, lui ebbe a disposizione già da studente le edizioni i lingua italiana; a lui si deve, nella sua veste di curatore della Collana …, la pubblicazione del fascicolo dedicato ad alcuni saggi estratti dal pensiero di Teilhard (San paolo 1999)[24]. Una attenzione ripresa in più sedi ed in più occasioni[25]. Ebbene. nel suo poderoso libro Il Logos e il Nulla, egli rivolge a Teilhard una dichiarazione di assoluto valore in ordine al rinnovamento teologico rispetto alla “visione cosmologica evolutiva prodotta dalle nuove scoperte scientifiche. Penso, in particolare, alla visione cristodinamica di TdC che, pur con tutti i suoi limiti ha genialmente permesso di ritrovare la visione tensionale e insieme unitaria del disegno creativo-salvifico di Dio in quanto cristofinalizzato alla persona di Gesù, e all’umanità e al cosmo in Lui vocazionalmente ricapitolato: questa visione è penetrata non poco, ad esempio, nella cristologia trascendentale di K. Rahner. Dall’altro, dalla linea del pensiero sofiologico, soprattutto russo, con V. Soloviev, P. Florenskij e S. Bulgacov“[26]; e sottolinea: “Nella prospettiva neotestamentaria è evidente (invece) che la creazione globalmente intesa, nel suo sviluppo diacronico e nella sua convergenza sincronica, è cristiforme o, per dirla con Teilhard, cristofinalizzata”[27]; ed ancora oltre: “Facendo mia un’espressione di TdC possiamo definirlo l’appello alla cristogenesi panumana e pancosmica”.[28]
L’APOTEOSI
Si deve proprio a quest’ultimo la memoria scritta (consegnata ad una pubblicazione dedicata alla visita negli USA della Lubich)[29] dell’incontro che ha suggellato questa singolare vicinanza spirituale: rispetto alla quale personalmente ho perfino avuto la fortuna di ricevere dall’Autore alcune notizie confidenziali degne di nota[30]. Chiara aveva già avuto modo di elogiare “la grandezza profetica di Teilhard”[31]; ma, dovendosi recare a New York volle compiere un fuori programma, spostandosi fino al luogo della sua ultima dimora nel parco dei gesuiti di Pounghspee (già riserva dei nativi americani e poi restituita al popolo pellerossa). Qui, secondo il racconto dei testimoni, tra cui il teologo Piero Coda, avvenne per lei un momento di sospensione ascetica, conclusosi con le prime parole uscite dalla bocca: “Ci troviamo sulla tomba di un Santo”! La foto che ritrae il piccolo gruppo, se non riesce ad esprimere appieno quel rapimento mistico vissuto da Chiara, evidenzia tuttavia il raccoglimento speciale che lo ha accompagnato, insieme alla preghiera. Davvero hanno così trovato una conferma sublime le parole di una celebre frase di Teilhard: “Tutto ciò che sale converge”.
[1] In nota d’ora innanzi PTdC
[2] P.TdC, Riflessioni sulla felicità, in Le direzioni del futuro , SEI 1997, p. 145
[3] Cfr.F. CIARDI, L’unità un segno dei tempi, Città Nuova Roma 1990; e sulla Rivista Città Nuova: G. ROSSE’, La spiritualità collettiva di Chiara Lubich alla luce di Paolo (5/1996), pp. 535-543) e Z.L’UBOMIR, Alla ricerca di un nuovo pensare (3-4/1997, pp.513-527)
[4] Città Nuova Roma 1997
[5] Cfr.ed. du Seil Parigi 1974: scritto nel 1950
[6] Cfr. M.-M. TEILHARD DE CHARDIN, L’energia spirituale della sofferenza, Angelo Belardinetti (collana Spiritualità Femminile II) Roma 1953: lei (1883-1936) fu la quarta degli undici figli di Emanuele Teilhard de Chardin; a lungo presidente della Unione Cattolica dei Malati (1927-1936), visse fin dalla nascita in un costante stato di dolorosa infermità, accompagnato da un atteggiamento di fede, testimoniato da Padre Teilhard: cfr. Testimonianza fraterna, in Le Trait d’Union, ottobre 1936
[7] P. CODA, La Trinità e il pensare – Abitando l’ontologia trinitaria, Jaca Book Roma 2003, p. 369: in L.MAZZONI BENONI, P.TdC sacerdote del mondo e mistico della materia, Velar 2010, p. 32
[8] P.CODA, Il Logos e il Nulla. Trinità religioni mistica, op.cit., pp. 254-5
[9] Vale sempre la pena tener presente quanto affermò in ordine alla precisa ispirazione teilhardiana di quel testo Joseph Ratzinger, teologo, nel suo saggio pubblicato in Francia: Les Principes de la Theologie Catholique – Esquisse et Materiaux , Parigi Tequi, 1982
[10] P. CODA, Il Logos e il Nulla, op.cit,, pp. 228-29
[11] Per approfondimenti cfr.: S.PROCACCI, L’energia unitiva: fenomenologia dell’amore in TdC, in Un futuro per l’uomo3/2000, pp.57-82; L.MAZZONI BENONI (a c.di), Meditare con le energie femminili, Il Segno dei Gabrielli, Verona 2016
[12] Il termine lo si deve alla studiosa francese Edith de la Héronniere, TdC Una mistica della traversata, Ippocampo 2004
[13] Si pensì alla storia del Movimento Opus Dei, ideata e fondata in Spagna negli anni ‘30 da J.M. de Balaguer
[14] Cfr. Intervista a Luigino Bruni, in Uni-versum 2/2010, pp. 23-26; L. MAZZONI, Itinerari possibili per un’economia dell’uomo, in Un futuro per l’uomo 2/2004 pp.29-59; L.MAZZONI, Economia democrazia vita responsabile: nasce un nuovo movimento, in Un futuro per l’uomo 1/2007 pp.9-36
[15] P. TdC, Scritti al tempo di guerra (1914-1919)
[16] P. TdC, L’Uomo, l’Universo e Cristo, Jaca Book 2012: Prefazione di Luciano Mazzoni Benoni, pp.7-26
[17] Si tratta, rispettivamente di: La Centrologia: saggio su una dialettica dell’unione (1944) e: Alcune riflessioni sulle ripercussioni spirituali della bomba atomica (1946)
[18] Cfr. Patti Lateranensi stipulati tra Stato del Vaticano e Regime fascista, l’11 febbraio 1929
[19] Edita da Il Saggiatore, Torino dal 1968 al 1984 (in 8 volumi): trattasi peraltro di una serie incompleta; sarà soltanto grazie alla casa editrice Il Segno dei Gabrielli che vedranno la luce, solo molto più tardi, i due volumi mancanti: La Scienza di fronte a Cristo (2002) e Verso la convergenza: l’attivazione dell’energia nell’umanità (2004). Sforzo che verrà completato poco dopo dalla stampa del Dizionario delle Opere di TdC (a cura di Fabio Mantovani (2006)
[20] Nel convegno a lui dedicato nel 10.le della morte (Rimini, 29 novembre 1991): Cfr. Aa.Vv., Pasolini Piero e la cultura dell’unità, Città Nuova Roma 1993
[21] Cfr. A. ZIRANDOLI, Oltre la scienza, il viaggio di Piero Pasolini, Città Nuova Roma 1990, p. 14
[22] Cfr. Luciano Mazzoni, Vivere per unire: Piero Pasolini, in Il futuro dell’uomo 1-1998, pp. 63-80
[23] Cfr. ibidem, pp. 81-84
[24] Cfr. TdC invito alla lettura, a cura di Franco Bisio (membro dell’Associazione Italiana Teilhard de Chardin)
[25] Tra le quali va ricordata la sua relazione al Convegno (Firenze .. 1998) – poi pubblicata sulla Rivista Un futuro per l’Uomo 3/2000: L’amore cristiano, pp.39-56
[26] P. CODA, Il Logos e il Nulla. Trinità religioni mistica, Città Nuova 2003, p. 205-6
[27] Ibidem, p. 217
[28] Ibidem, p. 226
[29] Cfr. P. CODA, Nella Moschea di Malcom X, Città Nuova Roma 1997, pp. 12,45, 69
[30] Informazioni confermatemi poi da Michele Zanzucchi (per lungo tempo Direttore della Rivista Città Nuova), in occasione della sua ultima visita a Parma, sua città natale, in occasione dell’iniziativa in ricordo (Casa Madre Missioni Saveriane, 6 Aprile 2019): anch’egli componente di quello sparuto gruppo che accompagnò Chiara nell’ultima dimora di padre Pierre.
[31] Cfr. M. CERINI, op.cit.