di Fabio Mantovani
Certe analogie fra il ‘caso Galilei’ e il ‘caso Teilhard de Chardin’ s’impongono naturalmente e non soltanto per le difficoltà da loro incontrate con la Chiesa Cattolica. Fra i due scienziati c’è persino un nesso fattuale, poiché al Concilio Vaticano II (ottobre 1962 – dicembre 1965) la non ancora risolta questione di Galilei pesò indirettamente sulla vicenda di Teilhard, come qui precisato:
«Nel corso di quasi quattro secoli il caso Galileo è stato una cornice entro la quale si sono svolte innumerevoli dispute e battaglie intellettuali: esse hanno coinvolto la scienza, il diritto e la teologia… il leitmotiv Galileo nasce al Vaticano II già nella fase preparatoria: e non ha nulla a che vedere con la questione fede-scienza, ma riguarda il tentativo di gettare le basi di una condanna del p. Teilhard de Chardin, morto nel 1955, ancora più dura di quella che lo aveva colpito in vita… La sanzione più leggera che gli arriva sarà quella di un “Monitum” del Sant’Ufficio e la censura apparsa “sans signature et sans autorité” su L’Osservatore Romano».[1]
Nel 1941 si sperò di risolvere il caso Galilei con l’aiuto dell’illustre storico Mons. Pio Paschini, che …
[1] A. MELLONI, “Galileo al Vaticano II – Storia d’una citazione della sua ombra”, pagine 461, 466, 469.
https://isidore.co/misc/Physics%20papers%20and%20books/Zotero/storage/XHVQZSG4/GalileoAlVaticanoIi_text.pdf.